Testo completo
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Nicola Palomba
(Avigliano 1746 - Napoli 1799)
Nacque da Francesco e Orsola Pacifico.
Consacrato sacerdote nel seminario di Potenza continuò gli studi e si laureò in diritto civile e canonico.
Espertissimo nel suo campo venne spessoautorevolmente consultatoni difficili questioni forensi.
Aggregato al clero di Avigliano si distinse per zelo e costanza nell’azione pastorale fino al 1798: a 56 anni diede una svolta decisiva alla sua vita schierandosi apertamente con il movimento rivoluzionario repubblicano.
Nella città di Napoli (dove si era trasferito per partecipare attivamente alla cacciata del Re Ferdinando di Borbone) fu tenuto in grande considerazione dal Governo provvisorio della Repubblica Napoletana e con il grado di Commissario democrizzatore del Dipartimento del Bradano, tornò in Basilicata nella prima metà del 1799. Qui l’Albero della Libertà, simbolo della Repubblica, era già stato innalzato in molti comuni lucani.
La Repubblica Partenopea durò però pochi mesi: l’esilio, l’ergastolo, il capestrofurono la risposta della restaurazione borbonica che inesorabilmente olpì tra i patrioti aviglianesi anche Nicola Palomba. A colui che sul patibolo nela piazza del Mercato di Napoli, gli prometteva salva la vita se avesse rivelato il nome dei suoi complici, il Palomba con fierezza rispose: "Vile, io non so comprare la vita con un’infamia". L’epigrafe posta sulla facciata frontale del vecchio Municipio in Piazza Gianturco sintetizza gli avvenimenti che caratterizzarono Avigliano in quegli anni e ricorda il prezzo pagato dai giovani aviglianesi per l’affermazione del valore della democrazia e la creazione di una nuova società.